OPERAI/CITTADINI – il progetto

OPERAI/CITTADINI
industria, urbanizzazione, memoria

«A chi vuoi credere? A me o ai tuoi occhi?»
Groucho Marx

 

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO

Una città conserva, stratificate e sovrapposte, storie e indizi che descrivono quel preciso ambiente territoriale, ma può fornire elementi per comprendere insiemi più vasti e temi potenzialmente universali.
L’obiettivo del progetto Operai/Cittadini è di narrare un territorio, quello di Savona, attraverso alcune vicende della sua fabbrica più importante, l’ILVA. L’acciaieria, in 150 anni di storia ha cambiato numerose volte il proprio nome (Tardy & Benech, Terni, Siderurgica Savonese, ILVA, Italsider, OmSav), ma non ha mai mutato la propria valenza, e la propria personalità, diventando rapidamente e restando per lungo tempo il fulcro della vita cittadina. Lo stabilimento era situato nel cuore della città, tra il mare e l’antica darsena. La fabbrica si è affiancata perciò al porto, e sinergicamente a questo ha rivestito un ruolo fondamentale, recitato per molti decenni, nell’ambito occupazionale. Ora, lo stabilimento è scomparso, letteralmente, senza lasciare traccia: oggi la Fabbrica rappresenta un fantasma, un rimosso che va riscoperto e preso ancora una volta in considerazione.

L’ILVA contava sul finire degli anni ’30 del secolo scorso quasi 5.000 dipendenti. In una città di piccole dimensioni come Savona essa coinvolgeva quindi una porzione enorme della forza-lavoro della zona, e di conseguenza fa parte della storia di chiunque viva e abiti – anche oggi – questo territorio. Inoltre, nel più recente fenomeno della deindustrializzazione, che coinvolge prospettive sovranazionali, la vicenda dell’ILVA può rappresentare la storia della maggioranza delle economie industriali europee, e disegna un diagramma evolutivo di un intero continente.

Il progetto Operai/Cittadini prevede lo sviluppo di due documentari.

Il primo, La Fabbrica e la Città, da realizzare con il contributo e il supporto delle realtà locali, si propone di fermare nel tempo le testimonianze, che per ragioni anagrafiche stanno scomparendo, ed eseguire un‘indagine su quel bagaglio di informazioni che è la memoria pubblica, condivisa, della storia di questo ambito urbano. La Fabbrica e la Città cerca di essere uno strumento di lavoro, un utensile per l’educazione, lo studio storico, il confronto generazionale: un tramite ineludibile e imprescindibile per conservare gli ultimi reperti di un tempo che sta scomparendo.

Il secondo documentario, L’Età del Ferro, tenta di svolgere un’analisi più ampia a partire dallo stesso soggetto, usando strumenti altri e più complessi (nonché una differente struttura produttiva), per rileggere queste mutazioni a partire dall’oggi. Lo spazio per le testimonianze è ridotto in funzione di una narrazione e di una riflessione poetica che sappia rendere universale una storia locale come quella delle migliaia di operai che hanno affollato lo stabilimento dell’ILVA.

 

 

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