FANTASMI A FERRANIA

FANTASMI A FERRANIA

La storia della Ferrania, la fabbrica delle pellicole impiantata in un piccolo borgo dell’entroterra ligure, compie oggi cento anni. È al tempo stesso la storia di un enorme stabilimento, di una società, di un marchio, di un territorio: un’intera vallata coinvolta nella chimica del fotosensibile, generazioni di uomini e donne che, al buio, hanno creato rullini fotografici, pellicole cinematografiche, radiografie, lastre per la stampa. Una fabbrica tecnologicamente avanzata, racchiusa dentro palazzi di gusto liberty, circondata dai villaggi operai, attraversata dal fiume Bormida e lambita dalla ferrovia, immersa fra i boschi dell’Adelasia.

Fantasmi a Ferrania sviluppa e racconta questi argomenti attraverso la ricognizione storica, l’osservazione della contemporaneità, lo specifico filmico e fotografico. Ciascuno di questi ambiti semantici rappresenta un percorso relativo a Ferrania, che è oggetto complesso e stratificato (inteso appunto come fabbrica, luogo, storia, relazioni, prodotto, brand). L’obiettivo è stato quello far convergere questi percorsi e questa complessità in un unico scenario narrativo.

Raccontare Ferrania è un modo per raccontare un territorio, è un modo per descrivere un secolo, il ‘900, ed è anche il tentativo di rappresentare un processo, quello industriale, che in Valle Bormida – affiancando e sostituendo il lavoro agricolo – ha creato numerose realtà industriali, garantendo lavoro e benessere, sì, ma a costi altissimi: per l’ambiente e la salute dei suoi abitanti. Fatalmente, con la chiusura della maggior parte degli impianti industriali della vallata, si è generato un enorme vuoto che oggi pervade questo territorio.

Al centro del film è l’osservazione di alcune persone che con l’azienda Ferrania 3M hanno intrecciato parte della propria biografa (lavorativa e non) e che attualmente subiscono ancora il fascino attrattivo di quel luogo, magneticamente attirati lì, nonostante oggi Ferrania sia soprattutto un paesaggio in gran parte abbandonato (anche se oggetto di nuovi progetti imprenditoriali).

Questo percorso narrativo è però rivolto anche al passato. È un’esplorazione di quello che lo stabilimento Ferrania ha rappresentato, attraverso innumerevoli reperti, che siano essi di archivio (cinematografici, testuali, fotografici), di collezionismo, ricerca o memoria orale, molti dei quali ora raccolti nel Ferrania Film Museum.

Tra questi materiali è presente il lavoro di montaggio di decine di testimonianze di ex lavoratori di Ferrania 3M, registrate su supporto audiovisivo in uno specifico progetto, denominato Ferrania a Memoria. Questo percorso didattico e di ricerca, promosso dal Corso di Scienze della Comunicazione dell’Università di Genova, attraverso il Laboratorio Audiovisivi Buster Keaton, ha visto coinvolti numerosi studenti, coordinati da Diego Scarponi.

Infine, c’è l’essenza stessa di Ferrania, ovvero le foto, le diapositive, la pellicola 35mm dei film di Pasolini, Fellini e Totò, i Super8 dei film di famiglia, le lastre radiografiche… senza escludere le prove tecniche realizzate in azienda, su qualunque supporto. La pellicola, materia di cui sono fatti i sogni.

Questi contributi (le immagini e i suoni provenienti dal passato) si intrecciano con le storie di oggi, quelle dei nostri personaggi.

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FANTASMI A FERRANIA /// PERCORSI NARRATIVI

Il film è un mosaico di storie di individui, osservati nella loro quotidianità. Partecipando alle loro esistenze scopriamo che queste sono legate ad un luogo, Ferrania, ed alla sua storia. Le varie tessere del puzzle ci forniscono degli indizi che progressivamente compongono l’affresco di un processo sociale non ancora esaurito.

La principale linea narrativa attraversa la contemporaneità. Il film segue i diversi protagonisti nel contesto di una valle che fatica a trovare una nuova direzione. Sebbene le loro azioni non siano direttamente legate al passato industriale che li accomuna, la presenza della fabbrica – e l’esperienza degli anni trascorsi al suo interno – rimane tangibile e centrale nelle loro esistenze. Sono i testimoni di una generazione che, accolta dalla fabbrica in età giovanile, ha conosciuto l’illusione di una crescita personale e professionale sotto l’egida dello storico stabilimento industriale. Tuttavia, tale certezza si è disgregata nel corso degli anni, generando, oltre all’improvvisa necessità materiale di reinventarsi un’esistenza, anche una profonda crisi d’identità connessa al vuoto lasciato da una Fabbrica che aveva saputo generare, nel corso dei decenni, un forte senso di appartenenza.

Il film segue il percorso di questi nuovi fantasmi attraverso la rappresentazione della ricerca di un senso che caratterizza le loro quotidianità. Le loro azioni, in qualche modo legate al passato industriale del territorio in cui vivono, sono costituite da piccoli eventi interconnessi con la loro particolare condizione di ultimi testimoni di una storia ormai svanita. Il corso degli eventi attraversa luoghi dove la memoria della fabbrica è raccolta e divulgata: un laboratorio universitario, un museo, una radio.

Il Laboratorio Audiovisivi Buster Keaton (Università di Genova) è il centro in cui prosegue il progetto di raccolta testimonianze Ferrania a Memoria. Il Ferrania Film Museum è un’istituzione, di recente costituzione, preposta alla conservazione di questa memoria ricchissima. Le testimonianze raccolte e conservate in questi luoghi fuoriescono dallo studio radiofonico e ci accompagnano in una esplorazione del territorio valbormidese, colorandolo di inaspettate percezioni e stratificazioni. Si tratta delle voci dei fantasmi, che condividono la quotidianità della Valle con i loro contemporanei.

Le voci dei fantasmi (insieme con i paesaggi e i reperti che i nostri personaggi incontrano) a loro volta innescano la terza linea narrativa del film, i materiali di archivio. Questi sono presentati attraverso un montaggio sperimentale, basato su connessioni logiche, visive ed estetiche. Tra questi vi sono opere d’arte come i film di Pasolini e De Sica, ma anche filmati amatoriali realizzati in pellicola 8mm, Super8, 16mm. I materiali di archivio riguardano anche quelli strettamente aziendali tra cui troviamo i filmati industriali istituzionali e test, prove di pellicole cinematografiche, radiografiche e fotografiche.

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